IL TEAM

INCONTRA IL VULVA-TEAM!


Gloria


Sono Gloria, studentessa di Antropologia culturale ed etnologia. Mi sono avvicinata al progetto perché volevo restituire un favore: io, come tante altre, sono finalmente giunta ad una diagnosi e un percorso riabilitativo grazie a qualcunx che aveva deciso di parlarne sui social, nelle piazze, negli eventi delle associazioni e fuori dagli studi medici; da quel momento, cerco di collaborare in ogni occasione utile per creare diffusione e consapevolezza.











Mary


Faccio parte del vulva-team perché per me è inconcepibile che esistano patologie di serie A e di serie B. Ho deciso di informarmi di più sulle condizioni patologiche della vulva e quando ho capito l'importanza del progetto ho deciso di supportarlo con le mie conoscenze.












Simona


Ho voluto prendere parte a questo progetto per contribuire a dar voce a tutte le donne che si sentono incomprese e a disagio a causa di un problema del quale nessuno parla. Le loro parole testimoniano la fatica di una condizione dolorosa e la voglia di normalizzarla. Sta a noi, con questa iniziativa, sensibilizzare alla questione del dolore vulvare, promuovendo un approccio sociale piú positivo ed empatico verso tale problematica, grazie a una maggiore consapevolezza del disagio di chi ne soffre.











Ester

Ho deciso di partecipare a questo progetto perché innanzitutto mi sono sentita toccata subito da questi argomenti, non solo per aver a che fare con una vulva tutti i giorni, ma anche per i simboli che rappresenta, per il suo aspetto politico e lo stigma che a volte si nasconde dietro argomenti che oggi non dovrebbero essere più lasciati all’oscuro ma dovrebbero essere discussi e approfonditi, come in questo caso la vulvodinia. Mi sono unita al gruppo per conoscere nuove cose, portare le mie testimonianze ma soprattutto diffondere curiosità, empatia e ascolto.










Carola

Mi chiamo Carola, ho 24 anni e sono una studentessa di Antropologia culturale appassionata di studi di genere. Partecipo alla creazione di questo bellissimo evento per condividere ciò che provano e vivono le persone affette da patologie vulvari.












Giulia


Sono Giulia, ho 23 anni e sono una studentessa della magistrale di Antropologia. A partire dalla triennale ho iniziato ad interessarmi agli studi di genere, principale motivo per cui ho deciso di partecipare a questo progetto. 

Offrendo il mio contributo per questo tipo di iniziativa sento di poter dare un piccolo aiuto più concreto per poter rendere più conosciuto un tema di cui si parla e si conosce ancora troppo poco.












Marta

Mi chiamo Marta, ho 23 anni, e sono una laureata in comunicazione interculturale. Attualmente sto frequentando il primo anno di laurea magistrale in sociologia. La mia passione per gli studi di genere mi ha spinto a collaborare attivamente alla realizzazione dell'evento in questione. Sono convinta che la decostruzione di alcuni tabù sociali sia fondamentale per favorire una prospettiva più paritaria nella società. La mia partecipazione a questo progetto mira a contribuire alla promozione di una conversazione informata e inclusiva sul tema, con l'obiettivo di sensibilizzare e stimolare un cambiamento positivo.











Valentina


Sono Valentina, ho 25 anni e sono una studentessa di Sociologia. Ho sempre pensato che la mission di sensibilizzare non dovesse essere orientata solo verso l'esterno, ma in primis verso noi stessi; è forse questo che più mi ha spinta a prendere parte a questo progetto, concependolo come un'opportunità di crescita personale ed un modo per avvicinarmi ad un tema di cui forse conoscevo ancora troppo poco.











Ele


Ciao! Sono Ele, ho 25 anni e studio Antropologia culturale ed etnologia. Il progetto mi ha colpito perché, soffrendo di vestibolodinia e ipertono del pavimento pelvico, la tematica mi toccava da vicino.












Matilde

Sono Matilde Bergese, una studentessa all'ultimo anno di magistrale in antropologia culturale ed etnologia. Sono da sempre appassionata di musei in generale e di mostre. Un giorno durante un corso sono venuta a contatto con la lezione e con il workshop organizzato dalla professoressa Manfredi in cui chiese se si voleva partecipare nella realizzazione della mostra e ho trovato fosse una bella opportunità poter aiutare, entrare nell’ambito.











Marta


Mentre proseguo gli studi di antropologia in magistrale, mi avvicino sempre di più al tema del corpo, con un approccio transfemminista. ho scelto di scoprire di approfondire l'argomento del dolore vulvare per conoscere meglio il mio corpo e per ampliare lo sguardo in senso inclusivo. inoltre, mi ha permesso di avvicinarmi all'antropologia multimodale. infine, tali approfondimenti hanno anche lo scopo di costruire una conoscenza a 360° sulla sessualità e sull'affettività, con la speranza di costruire percorsi educativi completi e attenti ad aspetti diversi.











Nicole


Mi chiamo Nicole, ho 26 anni e sono una ricercatrice sociale e consulente sessuale. Sento di condividere, in quanto affetta da una malattia cronica autoimmune, la condizione di dolore e resistenza che accomuna le persone che soffrono di patologie invalidanti non riconosciute come tali dal nostro SSN. Ho deciso dunque di dedicarmi a questo progetto con la volontà di contribuire ad un momento di raccoglimento, informazione e restituzione di quelle che sono alcune delle realtà di chi convive con disturbi invisibilizzati.












Ottavia


Mi chiamo Ottavia e sono una studentessa di Comunicazione Interculturale al Campus Luigi Einaudi di Torino. 

Mi sono interessata a questo progetto grazie alla professoressa Raffaella Ferrero Camoletto che mi ha aiutata a definire l’argomento della mia tesi di laurea mettendomi in contatto con Federica Manfredi. 

Durante gli studi ho scoperto un grande interesse verso l’antropologia medica e grazie alla partecipazione al lavoro di ricerca di Federica Manfredi, per la mia tesi di laurea, mi sono appassionata al tema e sono entrata a far parte del progetto. 











Federica


Ciao! Sono Federica (Fede per gli amici), 38 anni e mamma di due creature, una delle quali con vulva. A Febbraio 2023 ho iniziato una ricerca sulla medicalizzazione della sessualità femminile come assegnista a UNITO. Grazie alla guida  di un mentore eccezionale (nonché amica sincera), ho raccolto le esperienze di malattia, di isolamento e di resistenza che le persone affette da dolore pelvico-vulvare vivono nel quotidiano. La mostra nasce dalla volontà di restituire la voce a questo dolore silenziato, e per darci l'occasione di considerare che il Dolore Vulvare NON è NORMALE. Grazie a questa esperienza di ricerca sono diventata una mamma più attenta, meno incline a sottovalutare bruciature e fastidi vulvari, e spero che la costruzione di questo progetto possa creare strumenti di nuova consapevolezza utili anche per altre persone.










Raffaella


Ciao! Sono Raffaella (Raffa per gli amici), 52 anni, un compagno umano e una compagna non umana (una splendida setter inglese). Insegno e faccio ricerca a UNITO, al Dipartimento di Culture, Politiche e Società, e da un po' di anni mi interesso di medicalizzazione della sessualità tra discorsi medici e saperi incorporati da chi soffre di qualche problema sessuale. Mi sono occupata a lungo di sessualità maschile e costruzione della maschilità. Dal 2022 ho rivolto la mia attenzione alla costruzione della femminilità e della sessualità femminile, focalizzandomi, insieme ad un team di ricerca, su quelle patologie rese invisibili non solo dalle conoscenze mediche, ma anche da quei costrutti culturali che ingabbiano la sessualità femminile in una serie di copioni (sesso e dolore; sesso e amore; ecc.).



































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