CORINNA, 29
Buongiorno o buonasera, per qualunque ora sia. Mi chiamo Corinna e ho 29 anni.
Nella vita faccio cose varie che hanno a che fare con la sociologia, le pari opportunità e le diversità e ho
partecipato a questo progetto perché soffro di vulvodinia, per essere più precisa in questo periodo sto
molto meglio, è una situazione gestibile, ma per sei anni questa malattia ha segnato molto la mia vita
e le mie possibilità di scelta. Forse guardando la mia stoffa del dolore vi starete chiedendo soprattutto
perché ci sono dei soldi del gioco del monopoli e ci sono perché ho voluto provare a rendere, in un modo
sicuramente brutto, ma efficace, quanto per me sia stato importante il peso economico delle cure. Purtroppo,
le possibilità di cura nel pubblico sono pochissime finora e io ho dovuto sostenere moltissime visite,
soprattutto una lunga riabilitazione del pavimento pelvico, nel privato. Oltre ai costi diretti mi sono dovuta
anche quasi sempre spostare per curarmi e anche le mie scelte lavorative sono state influenzate dal mio stato
di salute. Il resto del lavoro (di cucito) invece sono delle cuciture un po’ improvvisate di una vulva e nella
quale ho provato a rendere quello che per me è stato il sintomo più presente della vulvodinia: il bruciore a
livello del vestibolo. I fili bianchi stanno invece a simboleggiare un altro sintomo che è stata una sorta di
sensazione come di una corda che tira il clitoride dall’interno che ho avuto in particolare nei periodi in cui il
mio pavimento pelvico era troppo attivo, non stavo molto bene. Quindi questa, molto in breve è la mia stoffa
del dolore, senza pretese artistiche, però una stoffa che mi ha permesso di ripercorrere tante emozioni, che mi
hanno anche poi portata a diventare attivista per richiedere il riconoscimento di questo dolore e la possibilità
di tutte di accedere alle cure.
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